PERCHÈ USCIRE DALLA CHIESA!!!

Tutto il contenuto di questo forum era ovviamente oggetto della mia precedente credenza cieca nella bibbia e frutto della fede in Dio.
Ora mi ritengo AGNOSTICO e personalmente, non m'interessa assolutamente più nulla di TUTTO l'argomento RELIGIOSO in generale,
avendo capito che è tutto frutto dell'uomo, bibbia compresa e che Dio non centra nulla con essa, ma ancor meno, anzi,
sopprattutto con la CHIESA CATTOLICA!!

Per questo motivo, lascio detto forum in sola lettura tranne le tre cartelle:

MESSAGGI, ANNUNCI e RIFLESSIONI PROFONDE dove anche gli anonimi possono accedere.

Chi vuol conoscere le motivazioni che mi hanno indotto a tale scelta,
può farlo andando a curiosare cliccando il link in rosso quì sotto:


FALSE VERITÀ


SE QUALCUNO AVESSE BISOGNO DI COMUNICARE CON ME:

sonnyp@email.it

Shalom.
 
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Autore

Chiarimento posizione spirituale.

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2011 16:35
29/01/2011 15:54
OFFLINE
Per ®@ffstef@n


“A questo punto abbiamo gli elementi per valutare l’atto omosessuale, che è sbagliato per almeno tre motivi

1) La biologia ci dice che gli organi sessuali sono chiaramente finalizzati – quando si uniscono con altri organi sessuali – alla procreazione (e a instaurare la comunione tra amanti di sesso diverso, cfr. il prossimo punto); perciò atti sessuali che non possono mai essere generativi (gli atti omosessuali) a causa del loro modo strutturale di esercitarsi (e non a causa di una situazione di infertilità momentanea o sopraggiunta – cfr. continenza periodica, menopausa, ecc. – dei soggetti che li esercitano) sono contro natura (cioè contro la propria finalità) e dunque immorali.

2) La fondamentale complementarietà biologica dell’uomo e della donna è indice della loro tendenza ad unirsi sessualmente gli uni con le donne, le altre con gli uomini. «Gli apparati genitali maschile e femminile posseggono una anatomo-fisiologia che è evidentemente complementare […]. La morfologia genitale propria (recettiva per la donna, penetrativa per l’uomo), l’ambiente vaginale […], rendono l’incontro tra i genitali maschili e femminili naturalmente dotato di caratteristiche complementari, non riscontrabili nelle modalità di rapporto omosessuale» (cfr. Obiettivo Chaire, Abc, cfr. bibliografia, p. 41)”



La finalità in natura NON ESISTE. Ma chi è il troglodito che scrive queste minchiate? E soprattutto, perché tu copi impunemente questa ennesima sciocchezza dalla rete, non contento delle mazzate già prese? Una parola cocco: Darwin. Non esiste finalità in natura. Questa gente non ha capito niente di biologia e sta ragionando in maniera lamarckiana, cioè pensa che se le giraffe hanno il collo lungo è perché il collo lungo serva a mangiare le foglie dove esistono solo alberi alti, e dunque la natura si sia evoluta in vista di questo fine. Nulla di più errato sotto il profilo metodologico: se una giraffa ha il collo lungo è perché banalmente per una mutazione genetica CASUALE è nata così, e siccome grazie a questo vantaggio datogli casualmente poté sopravvivere meglio delle altre, perché riusciva ad avere più cibo di quelle col collo più corto, allora quella giraffa è riuscita a soppiantare le altre, perché quella mutazione casuale s’è rivelata un vantaggio. Questo è quello che dice il darwinismo. Per Lamack invece le giraffe avevano il collo corto e siccome dovevano arrivare al ramo più alto una spinta intera, causata non si sa da che, avrebbe fatto sì che l’evoluzione successiva avesse fatto allungare il collo. E invece no: ogni mutazione è casuale, e infatti gran parte delle mutazioni non servono ad un emerito nulla, ma, se una, per caso, si rivela utile, allora riesce a far sopravvivere meglio l’animale che la possiede, e dunque quell’animale avrà più figli degli altri, passando ad un maggior numero di animali il suo carattere vantaggioso. Ma non è che il collo lungo fosse stato messo lì per il fine di mangiare il verde sugli alti rami, la mutazione fu casuale, esattamente come è un caso che sia servita a qualcosa. Milioni di altre mutazioni casuali sono avvenute, ma siccome non servivano a niente, chi le portava non ha avuto vantaggi evolutivi, sicché è morto non riuscendo ad avere successo come invece chi aveva la mutazione vantaggiosa.
Per i nostri organi sessuali umani il discorso è esattamente il medesimo. Il pene non ha il fine di procreare, esattamente come la vagina non ha il fine di ricevere il pene. Se ha questa forma, e queste funzioni, è perché una serie di mutazioni casuali hanno fatto sì che in questo modo fosse possibile avere più figli, e dunque il carattere acquisito si è imposto. Ma questo non vuol dire che esista una finalità, vuol dire solo che esiste una causa efficiente. Le cose sono così come sono perché hanno una causa, non perché hanno un fine. Il perché la gente si ostini a credere che le cose che sembrano progettate abbiano un fine, quando in realtà sono frutto del caso e della selezione naturale afinalistica, è stato spiegato da Telmo Pievani in questo illuminante libro, o almeno, per me è stato di recente illuminante, che consiglio a tutti: “Nati per credere. Perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin”, ed. Codice, 2008.
Ma, decisamente, che boiate ci si poteva aspettare da un sito come quello citato da ®@ffstef@n che discute di biologia citando gli scritti di Aristotele? Ma siamo forse nel 1300? La natura non è fine. Il pene non è fatto per la vagina e la vagina non ha il pene. Il fatto che siano compatibili dipende da una serie di adattamenti evolutivi che non hanno alcuna finalità, e che dunque non possono essere la base per alcuna regola morale.
Inoltre viene da chiedersi con che coraggio ®@ffstef@n citi un sito che dice che gli atti omosessuali sono immorali per il fatto che non possono condurre alla procreazione. E chi ha detto che la procreazione è l’unico scopo del sesso, o la conditio sine qua non per considerarlo buono? Una coppia eterosessuale sterile secondo lui non può fare del sesso perché non può avere figli? E allora… La distinzione tra infertilità per accidente ed infertilità per essenza, tipica dell’aristotelismo, ovviamente oggi non ha senso, stante il fatto che l’aristotelismo è morto e che in entrambi i casi si tratta banalmente di impedimenti fisici. Gli accidenti non esistono se non nella mente dei filosofi aristotelici.


“Proprio l’assenza di tale complementarietà determina la strutturale precarietà, infedeltà e instabilità delle coppie omosessuali, che è molto più ampia di quella delle coppie eterosessuali, con o senza figli: un’ampia ricerca (A.P. Bell & M.S. Weinberg, Homosexualities: A study of diversity among men and women, Simon & Schuster, New York 1978) svolta su un campione americano, mostrava che su 574 uomini omosessuali soltanto tre avevano avuto un unico partner, l’1 % ne aveva avuti 3-4, il 2 % 5-9, il 3 % 10-14, l’8 % 25-49, il 9 % 50-99, il 15 % 100-249, il 28 % 1000 (mille) e più. “



Questa ricerca è stata demolita per le gravi lacune metodologiche con cui è stata condotta. Innanzitutto ha fatto derivare la maggiore instabilità delle coppie dal fatto che fossero composte da due omosessuali, non rendendosi conto che, poiché ha esaminato solo omosessuali maschi, il problema dell’infedeltà poteva derivare dal fatto non che fossero due gay, ma dal fatto che fossero due uomini. Si sa che l’uomo è cacciatore, e che il maschio è meno portato della femmina alla monogamia, anche nel regno animale, sicché il fatto che queste coppie omosessuali durino di meno non pare derivare dal fatto che sono due gay, ma che sono due uomini, e dunque il potenziale disgregante si raddoppia rispetto ad una coppia etero. Infatti, al contrario, le coppie lesbiche stanno insieme più a lungo sia degli etero che dei gay maschi, e questo prova che il problema non era l’omosessualità dei maschi gay, ma il fatto che fossero due uomini. Inoltre lo studio ha confrontato cose non confrontabili, perché ci sono altri fattori in gioco oltre l’amore delle due persone nella coppia, cioè il giudizio sociale. Un test fatto nel 1978, quando l’omosessualità non era ancora sdoganata, fece sì questo test avesse come soggetti delle coppie che non potevano costruirsi una vita insieme ed il cui rapporto doveva essere segreto e tra mille difficoltà, per contro invece le coppie etero potevano sposarsi e vivere il loro amore alla luce del sole e senza difficoltà. Quei rapporti gay cioè duravano meno perché la società con la sua omofobia rendeva il rapporto di quelle persone una continua e sfibrante corsa ad ostacoli.


“Lo psicoterapeuta van den Aardweg lo ha potuto verificare nella sua pluriennale esperienza clinica.



Lo psicoterapeuta van den Aardweg, cioè nessuno, perché nella comunità scientifica quest’uomo non conta nulla, (questo lo dici tu e chi conta o non conta non sei tu a stabilirlo!)

ha contro tutti gli ordini degli psicologi di questo pianeta, ed inoltre egli cura solo dei gay che si trovano a disagio con la propria condizione, cioè persone che, a causa dell’omofobia della società, tentano di diventare etero. Vale a dire che cura solo individui instabili, che infatti vanno dallo psicanalista, ed è dunque ovvio che abbiano storie più brevi. Costui non sa niente della vita delle persone sane che non vanno dallo psicologo.


“quando diciamo che gli atti omosessuali sono contro-natura, impieghiamo il termine «natura» nel significato di «ciò verso cui una cosa è finalizzata» (Aristotele: «la natura è il fine: […] ciò che ogni cosa è quando ha compiuto il suo sviluppo noi lo chiamiamo la sua natura», Politica, 1252 b 32).



Ma siccome non siamo nel 2300 a.C., e al contrario oggi sappiamo che la natura non ha il benché minimo fine, cosa ce ne frega di Aristotele?


Quindi: a) non impieghiamo il termine «natura» come sinonimo di «mondo animale (o vegetale)».

L’uomo è qualitativamente diverso dagli animali, quindi non deve ispirarsi alla natura degli animali per giustificare un suo comportamento, altrimenti, poiché gli animali si uccidono, dovremmo giustificare l’omicidio.




Sì è verissimo, dire che una cosa è presente in natura non la giustifica. Ma il punto è perché mai ci dovrebbe essere il bisogno di giustificare l’amore tra due persone consenzienti che non fanno del male a nessuno.


“Ebbene, il rapporto omosessuale è eticamente cattivo, perché non instaura la comunione bensì è un rapporto di reciproca strumentalizzazione (cosa che può avvenire, in certi casi, ma non certo sempre, anche nel rapporto eterosessuale, il quale in altri crea invece la comunione interpersonale). “



Affermazione gratuita. Come fanno costoro a sapere che, kantianamente, nel rapporto omosessuale l’altro venga trattato come un mezzo e non come un fine in sé stesso? Ma da dove hanno preso questa ridicola convinzione che non si degnano neppure di argomentare?


“Parlano gli psicologi
Non ce lo stiamo inventando, lo dicono psicologi, come, per es., van den Aardweg: «i partner […] rimangono chiusi nel loro egocentrismo, l’uno sfrutta l’altro e se ne lascia sfruttare» (Un motivato no al matrimonio omosessuale, in Studi Cattolici n. 517, marzo 2004, p. 169); oppure come Nicolosi (Omosessualità maschile, pp. 86 e 89): «l’interesse primario [degli omosessuali] rimane il sesso e l’infatuazione iniziale non si trasforma mai in amore maturo», anche se magari alcuni di essi desidererebbero proprio un rapporto di amore. “



Ma per carità. Il fatto che ci siano due psicologi, sempre quei 2 tra l’altro, che credono alla validità delle teorie riparative e che credono pure che l’omosessualità sia una malattia non toglie il fatto che il loro sia indiscutibilmente un parere isolato, che il DSM non considera infatti l’omosessualità una malattia, o qualcosa che induca ad altri disturbi. Perché dovremmo fidarci degli ipse dixit di due emeriti sciocchi il cui parere scientificamente parlando è isolato e non vale una mazza? Una serie di pregiudizi altamente offensivi che offendono le decine di migliaia di omosessuali che si sono già sposate nei paese dove è lecito. Glielo va a dire Nicolosi, buissando al campanello di queste coppie sposate che stanno insieme da nni che il loro amore non esiste e che è solo interesse sessuale, che mai si trasforma in qualcosa di maturo? Ma per favore… Ma a chi vogliono darla a bere? Come fanno a sapere della vita di centinaia di migliaia di persone e a conoscere dunque che non si amano? Ma come si permettono di mettersi a giudicare della vita altrui e di decidere se una persona ne ama davvero un'altra o meno? E come diavolo pensano di poter verificare questa loro affermazione? Sono forse telepati e possono leggere nel pensiero di queste decine di migliaia di coppie sposate per sapere che all’esterno sembra tutto uguale alle coppie etero, e che si sposano, ma non si amano?


Così, se è vero che alcuni (meno di quanto solitamente si pensi) greci erano favorevoli all’omosessualità, già Platone (nonostante alcune ambiguità nel Simposio) la condanna ne Le Leggi, ed Aristotele è molto chiaro e forse molto duro: «fare all’amore tra maschi» è uno dei «comportamenti bestiali» (Etica Nicomachea 1148, 24-30).



Aristotele in questo passo dice l’esatto contrario, e non c’è nessuna condanna. Le righe fanno un elenco di comportamenti causati dalla natura e causati dall’abitudine, e dice che il godere di darsi a giochi erotici coi maschi può essere d’entrambe le specie, cioè causato dalla natura o dalla specie.
Innanzitutto bisogna chiarire che qui non si parla di omosessualità, che, come ripeto, prima del XVIII secolo non era una categoria concettuale conosciuta. Qui l’attrazione e l’orientamento sessuale non c’entrano nulla, Aristotele discute solo di coloro che godono di piaceri erotici coi maschi, e discute se il fatto di essere felice a compiere queste cose sia per natura o per abitudine, ma, anche qui, il soggetto non è la persona omosessuale, ma la persona che gode a fare giochi erotici con altri maschi, ma che però può insieme essere normalmente attratta dalle donne. E Ari stabilisce che la gente può godere del sesso con altri maschi sia a causa della natura, sia a causa delle esperienze di vita. La parola “comportamenti bestiali”, citata dell’idiota da cui copi, nel testo di Aristotele si riferisce a tutt’altro, e cioè a coloro che banchettano con la carne dei propri figli, si può dunque dire che hai citato un tarocco.


“Ricorda

«[…] è giusto che i maschi non si uniscano con i maschi o con i ragazzi, come se fossero donne, nell’unione sessuale […] perché questo è contro natura». (Platone, Leggi, 836 C)”



Ancora più demenziale… Il buffone

per favore non offendere! Non è giusto definire demenziale o buffoni chi la pensa al contrario di noi, o vuoi che ti affibiamo ciò che tu hai appena asserito? Sei anche tu demenziale e buffone solo perchè la pensi al contrario di noi? [SM=x2479903]

che ha scritto questa pagine ignora che le opere di Platone sono dei dialoghi, quello che la Nussbaum ha definito un “teatro anti-tragico”, vale a dire che non si può prendere un personaggio a caso del dialogo e riportare la sua opinione sperando che sia quella di Platone, perché magari in quel punto sta parlando quello che per Platone è “il cattivo”. Sarebbe come cioè pretendere le battute dette dai nazisti in Schlindler’s List e pensare che sia il parere di Spielberg sugli ebrei. Nei Dialoghi di Platone egli non è nessuno dei personaggi, o a volte fa parlare Socrate per lui, ma questo non è il caso: Platone non è nessuno dei protagonisti del Dialogo, egli è la regia, e così il parere dell’autore si deve rilevare attraverso la trama complessiva del Dialogo, e non delle battute prese a caso.


Su ®@ffstef@n, avanti col prossimo copia&incolla di spazzatura

sicuro che lo sia? Il materiale che proponi tu, se lo chiamassimo in tal modo non ti offenderebbe? Riflettici! [SM=x2479903]




che troverai in rete!
Sono ansioso di demolire il prossimo, e, ovviamente, a non ricevere alcuna replica da parte tua su quello che ti avrò contestato, come puntualmente avvenuto sinora. Tanto è sempre la stessa storia: io demolisco, e tu semplicemente fai finta di nulla, cambi argomento, cercando nel web altro letame

vedi di darti una controllata! Se Raffaele e quello che propone t'innervoscisce, forse è il caso che prendi fiato e scrivi quando ti sarai calmato... sai.. la veità fa male ma.... non è colpa nostra! [SM=x2479877]


scritto da dilettanti omofobi da incollare qui con un click del mouse. Sei dunque un mero ginnasta del mouse che non ha la cultura per valutare quello che legge, e si fa gabbare da qualche corbellerie.
Fatti un favore, molla la rete e comprati un manuale universitario, sei di un'ignoranza spaventosa su tutto ciò che concerne quest'argomento.


T'invito a porgere lo stesso rispetto che pretendi dai foristi che ti leggono. La legge è uguale per tutti Poly! Buona continuazione.
[Modificato da Polymetis 29/01/2011 16:13]
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